In materia di illecito ambientale permanente la prescrizione segue le regole dell’art. 28 L. 689/81: l’interruzione della prescrizione è regolata dalle norme del codice civile.

art. 28 L. 689/81 reato ambientale prescrizione

Il Giudice di prime cure si è limitato ad esaminare l’unica eccezione preliminare sollevata dall’appellato, circa l’asserita intervenuta prescrizione del diritto alla riscossione delle somme da parte della Comunità e conseguentemente ha “annulla(to) le ordinanze di ingiunzione opposte per (asserita) intervenuta prescrizione del diritto alla riscossione delle somme ingiunte”.

Il Tribunale ha errato nella qualifica della violazione accertata (illecito ambientale permanente), non considerando il fatto commesso come “illecito ambientale a carattere permanente” e da tale erroneo presupposto ne ha fatto discendere l’erronea conclusione.

Correttamente il Tribunale di Perugia è partito da un corretto presupposto, considerando che “il fatto che ha originato l’applicazione delle sanzioni irrogate, come accertato dal Corpo Forestale dello Stato in data 17.10.2008” non fosse in contestazione, “dovendosi oltretutto attribuire, al verbale elevato, valore fidefacente in quanto atto pubblico redatto da un pubblico ufficiale e contestabile colo con apposita querela di falso artt. 2699 c.c.”

Quindi ritenuto pacifico e non contestato il fatto, ma erroneamente qualificandolo, il Tribunale ha ritenuto (sbrigativamente) fondata l’eccezione di prescrizione ritenendo che l’atto che ha originato l’applicazione delle sanzioni irrogate, e quindi il dies a quo, fosse quello del 17.10.2008.

Dalla data di tale atto (il verbale del 17.10.08, notificato il 23.10.2008), il Giudice di primo grado ha sbrigativamente (ed erroneamente) fatto decorrere il termine prescrizionale quinquennale previsto dall’art 28 L. 689/81, non considerando minimamente la particolare natura dell’illecito sotteso e gli atti intermedi notificati, ritenendoli atti “atipici” e non valevoli ai fini dell’interruzione del decorso prescrizionale.

Seguendo l’ “elementare” ragionamento del Giudice, il verbale è stato notificato il 23.10.2008, le ordinanze ingiunzione il 31.4.2014, quindi oltre i cinque anni, per tal emotivo il diritto si sarebbe prescritto ai sensi dell’art. 28 L. 689/81.

Per giustificare il suo ragionamento, il Giudice ha esaminato i soli c.d. “atti intermedi ed atipici”, qualificandoli non idonei ad interrompere la prescrizione, richiamando una pronuncia della Cassazione (sent. 5063/06) non pertinente al caso de quo.

In realtà la questione è più complessa di come l’ha riassunta il Tribunale di Perugia, e su tale argomento si è già brillantemente espresso il Tribunale di Arezzo nella causa “identica e gemella”.

I fatti che hanno dato origine alla redazione del verbale ed alle successive ordinanze ingiunzioni, definiti dal Giudice di prime cure, come “pacifici e non contestati” riguardano un’area soggetta a vincolo idreogeologico e paesaggistico e, pertanto, integrano la fattispecie di illecito a carattere permanente;

Dovendosi applicare “correttamente” l’art. 28 della L. 689/81, sarebbe stato necessario che il Giudice avesse individuato correttamente il momento in cui iniziava a decorrere il termine della prescrizione.

Sulla base di autorevole e consolidata giurisprudenza, trattandosi di illecito a carattere permanente, la prescrizione inizia a decorrere dalla cessazione della permanenza, cessazione che avviene o con l’irrogazione della sanzione o con il conseguimento delle autorizzazioni od il ripristino dei luoghi (cfr. C.d.S. Ad. Gen.le 11.4.2002, n. 4; C.d.S. Sez. VI, 12.5.2003, n. 2653; C.d.S. Sez. IV, 1464/2009, sez. VI, n. 1255/2007; C.d.S., sez. V, n. 4420/2006; C.d.S., sez. IV, n. 6632/2003).

Nel caso di accertamento della realizzazione di abusi ambientali, quindi, come è il caso di specie, la prescrizione quinquennale di cui all’invocato art. 28 L. n. 689 del 1981 inizia, dunque, a decorrere solo dalla cessazione della permanenza (i.e. ripristino dello stato dei luoghi), con la conseguenza che il potere amministrativo repressivo e/o la determinazione di applicare la sanzione pecuniaria possono essere esercitati senza limiti di tempo e senza necessità di motivazione in ordine al ritardo nell’esercizio del potere (cfr. Cons. Stato, IV, 16.4.2010, n. 2160; Cons. Stato, V, 13.7. 2006, n. 4420; Cons. Stato, IV, 2.6.2000, n. 3184; Consiglio di Stato, sez. I, 12.7.2013, n. 3565 e TAR Lombardia, Milano, sez. IV, 20.6.2013, n. 1593; TAR Veneto, sez. II, sent. 22.4.11, n. 678; C.D.S, sez. IV, Il provvedimento di sequestro disposto in data 18/8/2008 (e successiva convalida del sequestro del 20.8.2008, non appare idoneo ad eliminare la permanenza dell’illecito se non è stato seguito dalla eliminazione del danno, circostanza avvenuta – per stessa ammissione di controparte – soltanto in data 23.10.2012 quando il XXX “…imputato ha provveduto alla spontanea rimessione in pristino dello stato dei luoghi senza alcun intervento che parte dalla Competenti Autorità…P.Q.M. dichiara non doversi procedere”.

Quindi, quantomeno fino al 23.10.2012 il diritto della Comunità alla riscossione si è interrotto, iniziando nuovamente a decorrere da tale data; diversamente opinando, si arriverebbe ad ipotizzare la cessazione della permanenza a seguito della adozione di un provvedimento diretto ad impedire danni ulteriori, ove fosse consentito invocare la prescrizione senza aver provveduto alla riparazione del danno (per i reati ambientali, ved. Cass. Pen. Sez. I, n. 29855/2006 per cui “sarebbe invero singolare che il sequestro delle aree, diretto ad impedire i danni ulteriori e ad assicurare gli interventi di cui all’art. 17 del decreto Ronchi e 242 del nuovo codice ambientale, possa determinare la cessazione della permanenza e cioè della antigiuridicità di una condotta che il responsabile della stessa è tenuto a denunciare ed a riparare evitando pure il sequestro se si mette immediatamente a disposizione e predispone gli interventi riparatori”).

Sul punto la Corte di Appello di Perugia (sent. 326/17), ribaltando l’orientamento del Tribunale ha evidenziato che l’atto di rideterminazione delle sanzioni fosse idoneo ad interrompere la prescrizione.

Ai sensi dell’art. 28 L. 689/81…l’interruzione della prescrizione è regolata dalle norme del codice civile.

Per tale motivo l’atto di rideterminazione delle sanzioni amministrative è senz’altro idoneo ad interrompere la prescrizione.

sent. 326 17