Rumore ed immissioni sonore che superano la normale tollerabilità: è applicabile l’art. 844 c.c. e il risarcimento del danno esistenziale (Corte di Cassazione (sent. n. 20927/15)

rumori-insonnia

La suprema Corte ha statuito che: “sussistono due livelli di tutela di fronte all’immissione rumorosa, da una parte il regime amministrativo deputato alla P.A. (disciplinato dalla legge n. 447 del 1995 e dal D.P.C.M. del 1997) e dall’altro vigono i principi civilistici che regolano i rapporti tra privati riconducibili nell’ambito del codice agli artt. 844 e 2043 c.c.“.

Secondo la Corte di Cassazione, nella sentenza in commento, le immissioni rumorose possono provocare un danno ad un diritto fondamentale protetto anche se non sia inquadrabile nel danno alla salute. Vengono in rilievo, qui, il diritto al riposo notturno, il diritto a svolgere una vita ordinata, il diritto di vivere dentro la propria casa indisturbati. La Corte di Cassazione richiama il “…diritto al normale svolgimento della vita familiare all’interno della propria casa di abitazione e del diritto alla libera e piena esplicazione delle proprie abitudini di vita quotidiane“.

Con tale ottica, afferma la S.C., il riconoscimento di un risarcimento del danno esistenziale può affermarsi essere contemplato dall’ordinamento vigente.

L’avv. Longo si è occupato in più occasioni di tutelare soggetti che subivano danni a derivanti da rumori provenienti dal vicinato, ricorrendo allo strumento del ricorso d’urgenza ex art. 700 c.p.c. Il danno viene pacificamente ritenuto in re ipsa, una volta dimostrato il superamento della normale tollerabilità, e quest’ultimo può essere provato avvalendosi di un tecnico per effettuare una  perizia audio-metrica o anche tramite prova testimoniale.

articolo

 

 

Commenti chiusi